Linee in osservazione
Ettari di parcellizzazione
Partnership internazionali
Ton annue di varietà certificate
Dall’inizio dell’addomesticazione delle piante, due momenti storici hanno rivoluzionato tale processo, consentendo all’ottenimento di materiale vegetale che meglio ha risposto ai requisiti richiesti, man mano che il decorso storico dell’uomo agricoltore progrediva. Il primo di questi due momenti si ha agli inizi del secolo, quando ci si rese conto dell’importanza delle idee di Gregor Johann Mendel (Esperimenti sugli ibridi vegetali, pubblicati sulla rivista della Società di Storia Naturale di Brno nel 1866). Nel 1900, il suo lavoro fu riscoperto da Hugo de Vries, Carl Correns ed Erich von Tschermak. Ronald Fisher nel 1918 usò la teoria mendeliana come base per la sintesi moderna nella biologia evoluzionistica. Quello che poteva essere una visione del fenotipo era in realtà il risultato finale di un complesso processo biologico ancora sconosciuto, ma che fu ben presto svelato.
A spianare la strada della comprensione di quali processi biologici fossero alla base delle differenze genetiche fra le diverse specie, o tra diversi individui della stessa specie, furono due ricercatori: lo statunitense James Watson ed il britannico Francis Crick che, nel 1953, presentarono sulla rivista Nature quello che è oggi accertato come il primo modello accurato della struttura del DNA: quello della doppia elica. Questo rappresenta il secondo momento storico fondamentale che segnerà profondamente l’evoluzione della genetica moderna. In una importante presentazione del 1957, Crick propose il dogma centrale della biologia molecolare, che fissa le relazioni tra DNA, RNA e proteine. La conferma finale del meccanismo di replicazione basato sulla struttura a doppia elica, fu fornita nel 1958 dall’esperimento di Meselson-Stahl. Un successivo lavoro di Crick dimostrò come il codice genetico fosse basato su triplette di basi non sovrapposte, permettendo ad Har Gobind Khorana, Robert Holley e Marshall Warren Nirenberg di decifrarlo. Queste scoperte sono alla base della moderna biologia molecolare.
Dal lontano 1953 la ricerca sul DNA ha fatto passi da gigante. Oggi non si discute più della struttura del DNA, ormai assodata, ma di cosa fa un particolare pezzo di DNA, di come la nostra storia sia scritta dentro questa molecola, della relazione fra DNA e malattie, e dell’utilizzo di questa molecola in quelle che vengono definite le nuove biotecnologie. Non bisogna dimenticare, però, un terzo passaggio chiave che ci ha permesso di leggere e decifrare l’enorme sequenza di basi azotate che costituiscono l’informazione genetica di ogni individuo vivente: la scoperta della reazione a catena della polimerasi (Polymerase Chain Reaction o PCR), una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della genetica, permettendo l’amplificazione in vitro di frammenti di DNA con innumerevoli applicazioni in campo medico, agrario, animale. Questa scoperta fu fatta, nel 1983, da Kary Banks Mullis e gli valse nel 1993 il premio Nobel per la chimica. Se oggi la tecnologia molecolare ci ha consentito di sequenziale diversi genomi di diverse specie viventi, fra cui l’uomo, e di individuare diversi geni di interesse, sia umani, che animali e vegetali, un grosso ringraziamento va a questo uomo.